Ogni vino ha una sua storia. Meglio, si potrebbe quasi pensare che i vini siano degli Omeri liquidi che cantano solo per chi li sappia e li voglia ascoltare.
Questa è la storia di tre uomini, tre persone speciali e geniali, a loro modo, ciascuno nel proprio ambito.
Il primo è Franz Haas, settimo erede della omonima cantina alto-atesina, che porta avanti la tradizione di famiglia nella deliziosa cantina in provincia di Bolzano, dalle parti di Ora.
Il secondo è il noto giornalista, gastronomo, architetto, critico enologo e molto, molto altro, Francesco Arrigoni, mancato prematuramente a 52 anni nel 2011.
Il terzo, non ultimo, è Riccardo Schweizer, architetto, artista e designer, collaboratore di Picasso, Chagall, Cocteau, Paul Éluard e Le Corbusier e grande estimatore – oltre che amico – di Franz e dei suoi vini.
Questi tre signori sono uniti da questo vino, un pinot nero altoatesino di fattura magistrale.
Tutto nacque da una visita di Arrigoni ad uno dei cru più alti della cantina. Haas possiede vitigni che arrivano anche ai mille metri di altitudine e questo, il Ponkler, sito nel comune di Aldino, è alla bellezza di 750 m. sul livello del mare.
Splendido a vedersi, circondato da boschi tirolesi, con piante messe a dimora da cloni francesi e visitato da vari animali di montagna come cervi e caprioli, il cru produce dei pinot che hanno un grandissimo potenziale di sviluppo e Arrigoni, acuto osservatore, bevendolo se ne era accorto.
Francesco, in una delle sue ultime visite, si era innamorato di questo paesaggio e di questo cru in particolare così chiese ad Haas di vinificare in esclusiva le uve del vigneto, togliendole dai blend.
La morte del giornalista, improvvisa ed inaspettata per un amico come Haas, colpì al cuore tutta l’azienda e fece diventare realtà quella promessa buttata lì un po’ senza pensarci troppo.
Fu così che nacque il “Ponkler”, pinot nero da un solo cru.
Con l’anima, diceva Arrigoni.
Rimaneva solo da decidere quale etichetta donare ad un vino così evocativo e nobile. Ed è qui che entra in scena il terzo protagonista, Riccardo Schweizer.
In quei giorni in cantina stavano mettendo a posto disegni e appunti dell’amico e artista Schweizer e dai quaderni saltò fuori un nuovo schizzo che prima nessuno aveva notato.
Il triangolo, per simboleggiare la montagna tanto amata da Arrigoni; l’uomo che coglie gli acini e li porta alla bocca, per indicare l’opulenza del vigneto e la dovizia dei suoi frutti; la clessidra, a ricordarci che tutto ha il suo tempo e che le cose vengono e si formano quando è il loro momento.
Pinot nero “Ponkler”, 2014, fermentazione in acciaio con frequenti follature poi malolattica in barrique e altri 24 mesi in bottiglia.
Un pinot elegante, austero, con tannini levigati, mai puntuti ed aggressivi; frutti di bosco, more ciliegie come se piovesse. Legni presenti ma non pesanti.
Notevole, davvero, come i tre uomini che lo hanno reso possibile.