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Pesticidi e melanoma: causation without correlation.

È di queste ore una agenzia dell’ANSA che rilancia una notizia secondo la quale l’uso dei pesticidi (termine improprio, ma usato in questa sede per riprendere la notizia dell’ANSA) è direttamente correlato all’insorgenza di varie forme di melanoma nei lavoratori dediti all’agricoltura.
La notizia è qui.  La notizia è datata 22 Aprile 2021. Tuttavia, da una veloce ricerca, il lavoro cui fa riferimento il lancio dell’ANSA è del 2019 (qui).
Viene da chiedersi: come mai si accorgono ora di un lavoro vecchio di tre anni?

Evitiamo qualsiasi ipotesi semi-complottista e leggiamo con attenzione quanto scritto dall’ANSA:

Qualunque uso di erbicidi – sottolinea Sara Gandini dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano – sembra associato ad un aumentato rischio di melanoma cutaneo con un SRR (Summary Relative Risk) di 1.85 indipendentemente dal tipo di esposizione, che corrisponde ad un 85% di rischio in più rispetto a chi non li usa. Questo risultato però andrà confermato da ulteriori studi che tengano presenti di tutte le possibili fonti di distorsione come ad esempio la quantificazione dell’esposizione solare”. Al contrario, non sembra esserci un aumento del rischio di questa forma di tumore della pelle e l’utilizzo di pesticidi o insetticidi. Le categorie più esposte sono agricoltori, vivaisti, appassionati di giardinaggio, tutti coloro che utilizzano questi prodotti per professione o nel tempo libero.

Il meccanismo che conduce a questo tumore maligno altamente aggressivo – spiega il presidente IMI, Ignazio Stanganelli, direttore della Skin Cancer Unit IRCCS IRST Romagna Cancer InstituteStanganelli – non è ancora completamente noto, anche se è molto probabile che l’esposizione ai raggi UV possa associarsi o addirittura potenziare il ruolo di queste sostanze chimiche. Gli agricoltori passano molto tempo all’aperto e l’aumento della temperatura cutanea dovuta all’esposizione al sole potrebbe incrementare ulteriormente l’assorbimento di queste molecole attraverso la pelle“.

Da quanto riportato qui sopra si desume che neanche i ricercatori sanno bene quale possa essere la causa dell’insorgenza del melanoma.
Essi hanno notato che mancano studi relativi all’influenza che la maggiore esposizione alla luce solare può avere sull’incidenza di questo tipo di tumore, ma, nonostante questo, si spingono ad ipotizzare che la maggiore esposizione solare possa rendere più efficace l’assorbimento dei pesticidi e, quindi, l’insorgenza del melanoma.

Per come è riportata la notizia, i ricercatori non fanno una gran bella figura perché, in pratica, sembra che stiano facendo delle ipotesi sulla base di loro soggettivi pregiudizi di conferma, senza essere in possesso di dati oggettivi che supportino le loro tesi.
Allora vediamo cosa è veramente riportato nel lavoro (qui).

Innanzitutto, non si tratta di un lavoro sperimentale, ma di una meta-analisi.
Cosa vuol dire? Vuol dire che i ricercatori, sulla base di parametri di esclusione/inclusione, hanno preso in considerazione la letteratura scientifica in merito alle relazioni tra uso di agrofarmaci ed insorgenza di tumori, in particolare melanomi. Tra tutti i lavori presi in considerazione, ne sono stati selezionati meno di una decina che ricoprono una popolazione di circa 190.000 soggetti.

Andiamo un po’ più nel dettaglio.

A pagina 15 di 18 (la numerazione è quella del file pdf) è scritto:

Agricultural workers tend to spend a greater number of hours outdoors than the general population, and so it is quite difficult to rule out sun exposure as a possible explanation for an increasing incidence of skin cancers”.

E già qui c’è qualcosa di diverso rispetto a quanto riportato nell’agenzia ANSA: non si può escludere a priori che l’effetto non sia dovuto all’esposizione ai raggi solari.

Ah, interessante. I ricercatori non lo escludono.

In altre parole, mancano i dati relativi ai cosiddetti “bianchi”, ovvero sono assenti quelle informazioni che servono per fare dei confronti. Senza di quelle, ogni conclusione è, in realtà, campata in aria perché completamente appesa nel vuoto del NON confronto.

Continuando con la lettura, appare anche chiaro che nella meta-analisi viene evidenziato come gli studi presi in considerazione siano contrastanti tra loro. In alcuni si ribadisce il concetto appena espresso, in altri, invece, si trova una correlazione tra rischio di melanoma, uso di agrofarmaci ed esposizione al sole. Addirittura, in alcuni studi si riporta la conclusione scritta nell’agenzia ANSA, ma che NON è dei ricercatori che hanno fatto la meta-analisi.

Un chaos.

The effect modification by sun exposure may be explicated by the rise in temperature of the skin, caused by UV radiation, that increases blood flow and sweating facilitating transcutaneous absorption of pesticides[63]. A laboratory study of sunscreen found that those containing the physical UV absorbers titanium dioxide or zinc oxide enhance the transdermal absorption of parathion[64]. Therefore, another possibility of the increased risk seen among subjects exposed to both sun and pesticides is the use of sunscreen”.

Quanto appena riportato significa che i problemi insorgono perché vengono usate delle creme solari. Cioè, non sono gli agrofarmaci in sé, ma l’uso concomitante di creme solari ed agrofarmaci a portare all’insorgenza dei melanomi. Il motivo è presto spiegato.
Le creme solari contengono molecole organiche o sistemi inorganici, come il biossido di titanio, che hanno funzioni catalitiche. In altre parole, quando entrano a contatto con i principi attivi degli agrofarmaci, ne consentono la degradazione generando molecole che possono essere più facilmente veicolate nei vari strati di cui è composta la pelle con successive reazioni (con le molecole ivi presenti) responsabili dell’insorgenza dei tumori.

Dopo una serie di frasi attraverso cui gli autori della meta-analisi, in modo soggettivo, vedono una correlazione diretta tra melanoma e pesticidi, si conclude che:

Some limitations should be considered when interpreting our results. As with any meta-analysis, ours may be biased in part because of publication bias. Recall and selection bias were inevitable in the observational studies, especially for case–control studies. Moreover, inadequate adjustment for potential confounders, particularly sun exposure, may have attenuated the true association. In addition, adding results of future studies could modify our results”.

In altre parole, gli autori stanno dicendo che, secondo loro, gli agrofarmaci inducono i melanomi, ma non si può escludere che ci siano delle concause indipendenti dagli stessi.

Ohibò!

Che conclusioni ne possiamo trarre?

Lasciando perdere gli svolazzi degli autori – pure rilanciati da ANSA, che evidentemente difetta di controlli scientifici – che forse quel giorno non erano totalmente compos sui, non è possibile trovare una relazione tra insorgenza del melanoma e l’uso di agrofarmaci.

Ciò che, in realtà, consente di dire la lettura della meta-analisi è che nella buona pratica agricola occorre fare uso indispensabile dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Senza di essi, gli agricoltori sono esposti a tutta una serie di conseguenze negative, tra cui anche la possibile insorgenza di tumori.

Penso sia il caso di sottolineare che questa conclusione è piuttosto ovvia ed è riportata/discussa anche altrove (per esempio qui). Essa si basa sul principio di precauzione valido in tutte le condizioni lavorative nelle quali si ha a che fare con composti chimici in concentrazioni più elevate di quelle ammesse dalla legislazione.
Tanto per fare un esempio, nei laboratori chimici, gli operatori sono obbligati ad usare camici, guanti e mascherine anche se lavorano sotto cappa, proprio per evitare possibili intossicazioni da sostanze nocive e ridurre al minimo i rischi.

L’articolo, quindi non ha alcun senso nè logico nè scientifico se non quello di aizzare persone, magari non esattamente e scientificamente preparate, contro l’uso di alcune sostanze.

Persone che, va detto, sono poi quelle che magari utilizzano esattamente quel tipo di agrofarmaci sovente senza alcuna protezione, salvo poi lamentarsi o far causa all’azienda produttrice perché. chissà come mai, si sono ammalate.

Non penso siano necessari altri commenti.

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